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Il Tempo non esiste…non vedi dove siamo?     un mondo adimensionale.     Il Tempo non esiste, vieni via con me.       Dove?     Verso l’orizzonte, ma non quello terrestre, no.   Correremo sull’orizzonte degli eventi ci deformeremo, comprimeremo e coincideremo, In un unico ammasso di materia. Passeremo solo pochi secondi
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Soli

Avremo altri tramonti, altri occhi, orizzonti.   Avremo strade da attraversare. Aiuole Da calpestare.   Avremo citofoni a cui sussurrare E l’ascensore Che sale che sale.   Avremo portoni e gambe tremanti. Cioccolatini, fiori, diamanti.   Avremo tutto e non avremo niente, solitudini immerse tra la gente.   Pelllegrino Gillo Foto di Emanuele Bencivenga

Mare nostrum

L’aria che passa, la finestra aperta, l’occhio si abitua al riflesso dell’acqua. La marea bassa schiuma sulla terra sommersa appena da nuova laguna. Luce diffusa, prima mattina, alba, la stasi di bonaccia, vele al sole. Ti vuole a casa il mare in calma piatta, al tepore del molo, al vecchio porto. Quando il sartiame è
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Treno

T ramonta adesso la luna sul R ovescio del mondo. Mentre qui,  non E’ ancora sceso, il sole sugli occhi. N ottetempo, è attesa di partenze, verso O niriche stazioni di stelle binarie. (Sogni in treno)   Anita Cappellini Foto di Angelo Pisani

Un ricordo d’infanzia, o forse solo un sogno

Stavo camminando accanto a mio padre, di questo sono certo. Forse ci tenevamo per mano, ma ne dubito. Il buio era calato all’improvviso, in maniera precoce, senza crepuscolo, e ogni pianta, ogni foglia, si era tinta di cupo. Procedevamo assieme, fianco a fianco, come se stessimo cercando qualcosa di importante, muovendo i passi sull’erba pregna
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L’amore è un sistema binario

Eravamo alla stazione Termini: tu già nel vagone del tuo treno per Torino, in partenza alle prime luci dell’alba, ed io tre gradini più in giù, sulla banchina. Entrambi reduci da una notte in bianco, ma per ragioni opposte. Tu eri ancora elettrizzata per aver accolto la passione di un corpo il cui nome sarebbe
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Coincidenze notturne

rimbalzo di piogge invisibili spezzate da traiettorie di passi odore di asfalto bagnato sopra i vestiti dentro le ossa tracce di spezie bruciate dal giorno nei tubi vuoti di neon tra maglie di serrande abbassate il grido inarrestabile degli uccelli disperso in un cielo nero fa il solito coperchio alla processione dei notturni che scambiano
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Treno

Incomincio, la mia giornata incollato al finestrino, il viaggio è lungo, posso sedermi vicino a te. Nasce, all’orizzonte una timida alba. Scorrono, foto di paesaggi. Piovono parole nuove. Nasce, un nuovo racconto.   Gianmarco Galieti Foto di Alessandro Comandini