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Il Tempo non esiste…non vedi dove siamo?     un mondo adimensionale.     Il Tempo non esiste, vieni via con me.       Dove?     Verso l’orizzonte, ma non quello terrestre, no.   Correremo sull’orizzonte degli eventi ci deformeremo, comprimeremo e coincideremo, In un unico ammasso di materia. Passeremo solo pochi secondi
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Soli

Avremo altri tramonti, altri occhi, orizzonti.   Avremo strade da attraversare. Aiuole Da calpestare.   Avremo citofoni a cui sussurrare E l’ascensore Che sale che sale.   Avremo portoni e gambe tremanti. Cioccolatini, fiori, diamanti.   Avremo tutto e non avremo niente, solitudini immerse tra la gente.   Pelllegrino Gillo Foto di Emanuele Bencivenga

Una virgola di cielo

risveglio addormentato di pigri echi nella città piena di umide parole, inciampo in una pozzanghera di essenza umida di esistenza, sceso alla fermata del treno sbagliato, seguo il respiro di una cupa distrazione, rivolgo il mio sguardo verso l’inattingibile orizzonte e i miei pensieri nuotano in una nuvola a forma di cuore e di pietrificata
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Mare nostrum

L’aria che passa, la finestra aperta, l’occhio si abitua al riflesso dell’acqua. La marea bassa schiuma sulla terra sommersa appena da nuova laguna. Luce diffusa, prima mattina, alba, la stasi di bonaccia, vele al sole. Ti vuole a casa il mare in calma piatta, al tepore del molo, al vecchio porto. Quando il sartiame è
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Coincidenze notturne

rimbalzo di piogge invisibili spezzate da traiettorie di passi odore di asfalto bagnato sopra i vestiti dentro le ossa tracce di spezie bruciate dal giorno nei tubi vuoti di neon tra maglie di serrande abbassate il grido inarrestabile degli uccelli disperso in un cielo nero fa il solito coperchio alla processione dei notturni che scambiano
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Treno

Immensa consapevolezza del tempo che passa, di quello che resta. Un biglietto di andata in tasca vuota, invece, l’altra.   –   Nell’andare dei treni che nella rete di binari morti e scambi diversi si perdono come tra borse e bagagli gli orari si corre il rischio di veder passare ambedue i convogli (i versi
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Io Treno

Vado come un treno. Vai come un treno! Corri come un treno. Simbolo pseudo fallico di potenza, velocità, ebrezza. Il desiderio sempre sincero di partire. Parti sempre. Salvi e abbandoni. Libero di sfrecciare quanto cazzo ti pare ma sempre sullo stesso binario. Su un solo binario. Se ti fermi troppo, ti stai sbagliando. Se non
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un uomo un cappotto e il freddo di contro nulla si smuove lungo la linea ferroviaria dov’è la città più bassa che in centro un uomo un cappotto ed un treno scorre notturno sulle rotaie per pochi stanchi cappotti che guardan di fuori lasciando che passi un uomo che sale un altro cappotto un sedile
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