Mare nostrum

L’aria che passa, la finestra aperta,

l’occhio si abitua al riflesso dell’acqua.

La marea bassa schiuma sulla terra

sommersa appena da nuova laguna.

Luce diffusa, prima mattina, alba,

la stasi di bonaccia, vele al sole.

Ti vuole a casa il mare in calma piatta,

al tepore del molo, al vecchio porto.

Quando il sartiame è teso e il vento sale

si leva l’ancora a commerci e viaggi.

La corrente ti porta a tele e spezie,

alle coste sabbiose, a lontane isole.

Mercati, monete, lingue, bordelli

si affollano, si mischiano, si disfano.

C’è chi torna all’approdo ricco e pingue,

qualcuno si perde, qualcuno affonda.

Un altro sceglie, resta, prende moglie

a caso forse ubriaco, forse stanco

di partire, arrivare e ripartire.

 

Lorenzo Foltran

Foto di Daniele Trombetti

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