Soli

Avremo altri tramonti, altri occhi, orizzonti.   Avremo strade da attraversare. Aiuole Da calpestare.   Avremo citofoni a cui sussurrare E l’ascensore Che sale che sale.   Avremo portoni e gambe tremanti. Cioccolatini, fiori, diamanti.   Avremo tutto e non avremo niente, solitudini immerse tra la gente.   Pelllegrino Gillo Foto di Emanuele Bencivenga

Una virgola di cielo

risveglio addormentato di pigri echi nella città piena di umide parole, inciampo in una pozzanghera di essenza umida di esistenza, sceso alla fermata del treno sbagliato, seguo il respiro di una cupa distrazione, rivolgo il mio sguardo verso l’inattingibile orizzonte e i miei pensieri nuotano in una nuvola a forma di cuore e di pietrificata
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La Linea Sottile

Per mia fortuna, ho sempre abitato vicino al mare. Da quando ho memoria, il primo pensiero del mattino è sempre stato quello di scendere al porto. Superavo i banchi dei mercanti e le casse dei pescatori, non guardavo neanche dove mettevo i piedi. Dovevo solo raggiungere il molo e osservarla. Non avrei mai saputo immaginare
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Mare nostrum

L’aria che passa, la finestra aperta, l’occhio si abitua al riflesso dell’acqua. La marea bassa schiuma sulla terra sommersa appena da nuova laguna. Luce diffusa, prima mattina, alba, la stasi di bonaccia, vele al sole. Ti vuole a casa il mare in calma piatta, al tepore del molo, al vecchio porto. Quando il sartiame è
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3416

Non sembrava davvero possibile che l’orizzonte fosse scomparso, sparito, volatilizzato. Eppure a guardare laggiù, dove il cielo mette fine al suo infinito e scorre sul mare in una linea perfetta, niente era cambiato. Ed anche lo skyline della città era rimasto al suo posto disegnando quella riga smozzicata e aspra che sembrava opporre la perfezione
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Treno

T ramonta adesso la luna sul R ovescio del mondo. Mentre qui,  non E’ ancora sceso, il sole sugli occhi. N ottetempo, è attesa di partenze, verso O niriche stazioni di stelle binarie. (Sogni in treno)   Anita Cappellini Foto di Angelo Pisani

Un ricordo d’infanzia, o forse solo un sogno

Stavo camminando accanto a mio padre, di questo sono certo. Forse ci tenevamo per mano, ma ne dubito. Il buio era calato all’improvviso, in maniera precoce, senza crepuscolo, e ogni pianta, ogni foglia, si era tinta di cupo. Procedevamo assieme, fianco a fianco, come se stessimo cercando qualcosa di importante, muovendo i passi sull’erba pregna
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L’amore è un sistema binario

Eravamo alla stazione Termini: tu già nel vagone del tuo treno per Torino, in partenza alle prime luci dell’alba, ed io tre gradini più in giù, sulla banchina. Entrambi reduci da una notte in bianco, ma per ragioni opposte. Tu eri ancora elettrizzata per aver accolto la passione di un corpo il cui nome sarebbe
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