Immensa consapevolezza
del tempo che passa,
di quello che resta.
Un biglietto di andata in tasca
vuota, invece, l’altra.
–
Nell’andare dei treni
che nella rete di binari morti
e scambi diversi si perdono
come tra borse e bagagli gli orari
si corre il rischio di veder passare
ambedue i convogli
(i versi della sorte),
di restare schiacciati nella mischia
senza meta della stazione.
–
Per una strada da diapositiva
rovinata dalla memoria,
sui marciapiedi vestiti invernali,
impronte e passi, umida l’aria.
Treni diretti su altri continenti
lungo distese di conifere,
seguendo la risacca dei binari,
rami, foglie secche, fronde ispide.
In centri commerciali, tra le file,
fontane, scale, lampadari.
Notti da neon, luci intermittenti.
Giorno, sfondo nero e colori.
Appari, scompari a tuo piacimento
e poi riappari poi sbiadisci.
Lorenzo Foltran
Foto di Claudia Sicuranza
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