Colla

Cosa ti frena?
Dice “Niente!”.
E mi porta via.
Strappa tutto.
È come colla.
Spalmare i sogni contro l’universo è una pratica difficile ma adesso riesco e ne vale la pena, ho la sua forza, urla e fischia forte, alza la pressione e imprime contro le pareti del cervello il movimento e la direzione esatta che porta al NOI.
È come colla.
Posata a dormire su tutto il binario, tra lui e il treno.
Siamo entrambe le cose, a turno e abbiamo il solo compito di volerci sempre l’uno contro l’altro.
Preferisci legno o ferro?
La carne non conta, può sembrare quello che vuoi, è il sangue che ne sceglie la forma, gonfia le vene e scorta l’ossigeno fin dentro le fibre di cui è composta.
Centimetro dopo centimetro, la stessa materia.
Adesso scegliersi una forma non cambierà il viaggio, stupirsi non servirà a fondere insieme notte e giorno, luce e tenebra.
Tengo forte il treno che è, sui miei esili binari.
Non mi schiaccia e resto disteso a proteggerla e accompagnarla lungo il percorso.
Accelera e incalza i giri, aumenta piano piano, contro ogni tipo di gravità, disegnando le migliori parallele che siamo.
Nessuna salita o discesa si distingue.
È come colla.
2
Che non invalida la corsa, che cura, che tiene salde le nostre due sostanze.
Complementari.
È lei, è il mio treno.
A cosa serve frenare?
Dice “quando?”
E ormai mollare è impossibile.
Colla, il sentimento veleno che debilita la rabbia e le incongruenze degli spigoli che compongono la scatola che chiama rancore.
Niente legno, niente ferro e niente carne, solamente tanta, tanta forza, morbida e livida tra NOI, che tiene attaccato il treno che è, ai binari che sono.

 

Massimiliano Gasbarra

Foto di Claudia Sicuranza

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