Cicatrici

Non cercare arcani destini nella linea affogata nel palmo nemmeno segreti indicibili o invisibili inganni come la tela che ha tessuto il ragno. È solo nelle cicatrici la storia di queste mani di queste gomene incatramate di queste sete azzurre all’alba dei quarti di luna riflessi nell’unghia dei fazzoletti spiegati alla stazione. È solo nelle
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Le mani degli amici

La notte è meno notte: s’addolcisce, schiarita dalle esplosioni di mortaio. La trincea diventa palude, melma che incrosta la divisa e fodera le mani. Fai la nanna alla spingarda? domando a Ganda. Sono giorni che non apro bocca. Quasi non riconosco la mia voce. Se avrò cura di lei, lei mi salverà, dice. Vinicio tira
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Mani intrecciate

Cosa avrei dovuto fare. Mentirgli? “No, non è stato al lago.” Ancora non era convinto. Mi scrutava in cerca di un indizio, come se questo avesse potuto comparire sul mio viso da un momento all’altro. Lui amava analizzare le situazioni. Io lo sapevo e lo lasciavo fare. I suoi occhi verdi dipinti su un viso
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Mani

È loro l’esordio nel mondo. Impercettibili, sono l’apparato prensile di un girino, ancora bagnate di liquido amniotico. Alla luce del sole, la prima luce dopo millenni di oscurità, cercano di aprirsi, in un movimento automatico e difficoltoso. Cosa le distinguerebbe da un abbozzo, minuscolo, di pinna se non milioni di anni di evoluzione concentrati in
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