La Gare Saint-Lazare

I ricordi, spesso ci passano davanti, mentre noi siamo distratti. Spesso, al contrario, vogliamo ricordare come siamo arrivati a determinate situazioni, nel bene e nel male, e iniziamo a cercare nei cassetti per trovare diari, quaderni o semplicemente fogli sparsi. Per lungo tempo chiusi, abbandonati e forse anche dimenticati sotto la presenza della polvere, che si annida sui nostri
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Polvere d’ossa

“Sei come quelle cazzo di tazze” “Come scusa?” “Belle, colorate, ti mettono allegria, ma poi scopri che per indurire la porcellana aggiungono polvere d’ossa di animali. Ogni volta che poggi le labbra su quelle tazze del cazzo, tocchi cenere di animale morto.” “Cosa diavolo…no, lasciamo perdere. Sono anni che vado dietro alle tue stronzate…” “Bello,
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Polvere di stelle

Non occorre una duplicazione del film “Polvere di Stelle” quando una persona è unica! Intanto una vetrina lontana si chiude con un progetto pronunciato da una trentottenne kazaka in TV un leggendario distacco di un iceberg molto lontano preoccupa una casalinga per poco tempo…intanto …ma nell’anno 1973 i limiti sono stati dimenticati, da grandi attori
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Polvere bianca

Smarrito in un vento di polvere bianca, lo sguardo assorto,l’anima stanca di chi ha già avuto troppo passato, lo sguardo duro come il selciato… Le notti insonni,strada da fare, la testa stanca e giorni da tirare, amari e uguali come un brutto copione, quando ti svegli e ti senti un coglione. Io stupida,stralunata, con la
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La sfinge

  In certi casi è meglio restare immobili e attendere. Inutile fuggire, inutile gridare, inutile pregare. Gli ultimi raggi di sole scagliano ondate d’ombra e calore secco sulle impronte appena stampate sulla sabbia e che già hanno perso ogni possibilità di suggerire ritorni e salvezza. Il piccolo essere umano non osa guardare colei che senza
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Pulvis et umbra

Nessuna come la parola “polvere, pulvis”, di etimo incerto, riesce a rendere il senso del tempo che scorre incessante e vanifica costantemente il presente, proiettando sulla felicità appena sfiorata l’ombra della fugacità. Nell’ode di Orazio (Carmina, IV, 7, 16) il verso “pulvis e umbra sumus” si contrappone con efficace evidenza all’incipit “Con le disciolte nevi
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