Stanco della solita minestra di cipolle e patate a pranzo e a cena, si disse che l’America non era poi così lontana. Nascose per bene i suoi risparmi nelle tasche dei pantaloni, fedele all’insegnamento di suo nonno, e preparò una valigia nella quale il vuoto avrebbe potuto facilmente ingoiare i tre capi d’abbigliamento e una foto che aveva deciso di portare con sé. Quel vuoto si sarebbe trasformato in speranza perché secondo Marietto nelle periferie di Napoli non esisteva più, era partita pure lei per l’America.
La domenica seguente, con il vestito della festa, partì con l’espressione di chi sa di mancare a quanti restano. Una persona in meno, soprattutto così carismatica come Marietto Il Tizzo, classe 1860, in quel paese così piccolo avrebbe fatto la differenza. Aveva ventidue anni Marietto che lasciava la terra contadina per la città. Lasciava Ada che i suoi occhi incontrarono nei campi quando per la prima volta impugnò una falce. “Fu un grande giorno quello per mostrare i muscoli, e per innamorarsi”, pensò.
Marietto, come Ada, era analfabeta, sapeva scrivere solo il suo nome.
L’ultima volta che si videro, Ada si sentì confusa, ma le parole di lui la convinsero che quella partenza fosse cosa giusta:”Tornerò col suono delle monete nelle mie tasche e quella sarà la musica che accompagnerà il nostro nuovo inizio”. E piansero insieme, soprattutto Ada. Pianse a un anno da quel giorno fino a che non ne passarono cinque, quando Oreste, ex insegnante, con una mano teneva il rastrello, con l’altra le asciugò le lacrime. “Il rastrello è più rassicurante della falce, è un bel giorno per innamorarsi”, pensò Ada.
Trascorsero altri due anni e come promesso Marietto tornò trascinandosi il peso del suo corpo ingombrante accompagnato da sospiri di resa. La vide sull’uscio, Ada bella come sempre, e poi di scatto rientrare. Passarono due minuti ed ebbe il tempo di tirar fuori il cartone stropicciato su cui aveva scritto a grandi lettere ti amo, quel sentimento, l’amore, che gli voleva proprio dimostrare. Ma eccola lei che di nuovo apparì e con il rastrello minaccioso in mano iniziò a correre verso di lui.
Marietto istintivamente fuggì e durante i passi di quella corsa pesante da dietro gli giunse la voce arrabbiata di Ada:”Le tasche tue non sonano comm’è?”.
Se le tasche non suonavano Ada capiva che era tornato con troppe bugie. Soprattutto aveva la sensazione che per scrivere quel ti amo avesse invertito giusto giusto le lettere già conosciute del suo nome.
Sentire l’emozione attraverso una storia … Sei in gamba e il tuo bagaglio sa trasmettere i tuoi cambiamenti! Brava Carlotta ! (Brava esprime poco… Sei molto di più!!!!)