Vorrei perdermi tra le mie braccia

Vorrei perdermi tra le mie braccia
-stanotte- non avere senso o contrappeso,
sgranchirmi la coscienza su una fune
e come furia al sicuro nella tana
mi terrei stretta l’irruenza tra le cosce
e nei peli di animale battagliero.
 
Non bramerei della nuvola lo sfilaccio
né il suono allitterato del possesso,
mi basterebbe un piccolo rifugio onesto,
a cui consegnare il riflesso mio sfocato,
pregando nelle albe di rugiada consacrate
e bevendo alla salute del mio dio.
 
Vorrei leccarmi le ginocchia aguzze,
baciarmi i lembi delle lenzuola,
e sovrappormi negli strati più negletti
con ripari scaltri negli sguardi più isolati
in cui vive un inferno che non conosci
e un’estasi che da sola mi divora.
 
Vorrei perdermi tra le mie braccia
muta, possedermi in un unico dondolio,
sarei amante levigata dai suoi sensi,
bambina scomposta e trafelata,
nascosta tra le pietre e le imboscate
e soffiata sotto un velo di tramontana.
 
Non bramerei niente che non potesse essere
e niente che almeno una volta è stato
mi basterebbe anche la risata tagliente
della mia piccola ladra arruffata
o la sete ardita ed inopportuna
quando si allena nella sua postura.
 
Non ci sarebbe ferita a raccontarmi
o segreto sul palmo da decifrare
rimarrebbe la dolcezza del distacco
qualche neo punteggiato sulla schiena
 e la nostalgia di perdermi tra le mie braccia
a riportarmi a casa nella mia isola severa.
Francesca Castro
Foto di Federica Zucchini

Lascia un commento

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: