S’è ‘mbrillantato er cielo.
Le dita intrecciate di una coppietta solcano il vento, volano calde e leggere sul sentiero marmoreo di Ponte Sisto. Planano sul Tevere le più svariate cromie. Una bambina osserva dall’alto tutti quei colori lucenti e senza pensarci troppo cerca di premerli con il dito. Con tocco sicuro e fatato sguaina l’indice come un pennello e attinge magia da quella tavolozza per pitturare sul manto stellato. Più avanti c’è una trattoria. Gli stornelli infiammano i vicoli di buon umore e qualche beffa. Il vino della casa è in offerta speciale. Non ne è rimasta una goccia nei bicchieri; è tutto nei volti rubicondi, nelle risate sguaiate, nel tremolio delle gambe. Seduto in Piazza Trilussa un ragazzo malinconico pizzica le corde della sua chitarra. Accenna un sorriso cantando. Poi si allontana. C’è poesia e leggerezza nell’aria. Dopo la frenesia del giorno, la città s’incanta. Ma ciò che è sogno per molti, per altri è incubo. Cominciano i guai: è tornata. Terrificante, insidiosa, puntuale come un castigo, arriva. E precipita. La notte precipita. Cade in picchiata nel vuoto di un letto fatto di cartone e asfalto. Nella fortezza di carta c’è un uomo. È silenzioso e pensieroso: ha i piedi avvolti nei giornali e una risacca di parole nella testa. La notte è giunta per mano al gelo e sta diffondendo il suo soffio glaciale. Ma l’uomo non teme il freddo: sa che il freddo più spaventoso è quello annidato nell’animo delle persone. È abituato agli sguardi vitrei di chi passa e non dice nulla; o di chi finge di non vedere. Lui, anzi, questa notte è contento. Certamente non pioverà, lo vede dal cielo. E, di tanto in tanto, rivolge anche lui qualche occhiata ai passanti e si dispiace per loro. Vorrebbe svegliarli dalla loro notte di nere tenebre. Smantellarli dalla sudicia coperta dell’indifferenza. Lui si gode la sua notte e quel che c’è da godere: le stelle che splendono più di molti cuori pulsanti. Se è fortunato un diamante cade dal cielo e ne segue assorto la scia luminosa. Ha il valore della sua speranza. Un desiderio è tutta la sua ricchezza. E pure stasera er cielo s’è ‘mbrillantato. Ma la notte su Roma è scesa da un bel po’; e non sembra voler sparire.
Giorgia Pellorca
Foto di Flavia Rossi