Vorrei partire dalla fine, da quel momento in cui, valigie alla mano, con un sentimento quasi sempre malinconico, giriamo le spalle ai quei giorni meravigliosi e ci accingiamo a tornare a casa. Comincia così il nostro Viaggio di ritorno. Si torna perché il lavoro, gli impegni, la quotidianità ci costringono a farlo, si torna perché tutti abbiamo bisogno di un posto che sia casa. Eppure se potessimo quanti posti ci sarebbero da visitare, quante culture da conoscere, quanti cibi da assaggiare. Per molti il vero viaggio è quello con lo zaino sulle spalle in giro per il mondo, per altri, invece, il viaggio è qualcosa da organizzare nei minimi dettagli, una città da visitare, una vacanza da ricordare. Poi ci sono quelli per cui il viaggio diventa il momento d’evasione, l’occasione che ci viene data per dare una svolta alla nostra vita, per mettere al giusto posto tutti quei tasselli che non sembrano incastrarsi. Sono sicura che c’è stato un momento in cui ognuno abbia creduto che cambiare città, abitudini o viaggiare, avrebbe risolto problemi che affollavano la mente. Ma quanti partirebbero senza la certezza di un posto dove tornare, che sia sempre lì pronto ad accoglierci quando, entusiasti o delusi, torneremo indietro? Mi piace viaggiare perché mi piace tornare, aprire la mia mente a cose nuove perché il viaggio mi fa apprezzare il ritorno a casa, quando capisco che in fondo quello che cercavo era proprio lì. Il viaggio di ritorno è come il finale di un libro: quando dopo un’intensa lettura non rimaniamo delusi dalla fine della storia, è quello il momento in cui stabiliamo che quel libro è un buon libro. Ma non sempre il finale ci entusiasma, spesso ci delude e questo può capitare anche alla fine di un viaggio in cui avevamo riposto tutte le nostre speranze, perché purtroppo ci dimentichiamo che ne stiamo vivendo uno più grande e più importante che si chiama Vita che non possiamo organizzare nei minimi dettagli; possiamo però metterci lo zaino in spalla e partire all’avventura e accettare quello che viene anche quando all’improvviso cambia la trama della storia e il finale non era quello che ci aspettavamo. Lo chiamerei il Viaggio dei viaggi. Ne siamo realmente consapevoli? Sfruttiamo ogni attimo della nostra vita proprio come quando organizziamo un viaggio che sapremo finirà dopo qualche giorno? E se vi venisse data la possibilità di sapere quando questo grande viaggio che si chiama vita finirà, credete forse che cambierebbe qualcosa?
Valeria Buttinelli
Foto di Demetrio Mauro