Siamo fatti di parole e di incroci, di incastri – abbiamo diversi livelli di difficoltà. Nelle persone questo corrisponde, credo, alla trasparenza. Dopo un po’ che cominci a farli, i cruciverba – o a conoscere le persone – ti accorgi che ci sono delle parole che ritornano sempre, in quelli facili e in quelli difficili – sono le parole che servono a tenere incollate le altre, quelle di cui tutti – le persone facili e quelle difficili – hanno bisogno. Se hai notato, i cruciverba più difficili sono quelli che hanno le caselle da annerire, mentre quelli più facili hanno già un sacco di caselle nere. Nelle persone questo corrisponde, credo, alla trasparenza. Con i cruciverba, vado a periodi. Compro spesso la settimana enigmistica, la metto da parte per quando arriverà il momento in cui avrò bisogno di mettermi sul divano, armata di penna, a leggere definizioni. C’è una difficoltà dovuta anche al tipo di incastri, che è paragonabile, credo, alla difficoltà dovuta al tipo di esperienze, che sono poi i nostri, di incastri – le persone che abbiamo conosciuto, il segno che ci hanno lasciato. Si può barare, anche, quando si compilano i cruciverba. Magari ti resta quell’angolino in fondo con un paio di caselle vuote, e ti inventi delle parole solo per riempirle. Anche con le persone facciamo così, quando dobbiamo riempire i buchi, quando ci sono delle cose di loro che non comprendiamo fino in fondo. Io a te, tu a me, ci compileremmo anche a occhi chiusi. Quando mi hai chiesto perché, ho compilato: affinità. Le definizioni, poi, anche quando si tratta di cruciverba semplici, bisogna imparare a interpretarle. La fine dei dipnoi non è la morte né l’acqua dolce delle paludi – è noi. In fondo al tutù non c’è l’orlo ma ci sei tu. Chiude l’abbraccio non è la mano sulla tua schiena, sono io.
Sofia Bucci