Ci incontreremo – forse –
alla fermata di un autobus
che nulla ha di metafisico,
né passeggeri-ombra, né materiale rotabile
inconsistente sull’asfalto
o sui sampietrini bagnati da una pioggia sottile
che sembra non smettere mai.
Senza ombrelli sgrondati in fretta,
ci incontreremo quando saremo più lucidi e stanchi,
quando il tempo avrà segnato i passi mai percorsi
e scandito i discorsi rimasti sospesi
– come un paio di scarpe dimenticato sui fili della corrente –
tra un verso dei tuoi poeti spagnoli
e le preoccupazioni ingenue
per una vita che non è
una pagina di romanzo.
Ci incontreremo – forse –
senza riconoscerci
o adombrandoci in un sorriso di circostanza,
nel riscontro di una reciproca gentilezza
che penseremo avrebbe potuto portarci
al di là di una soglia
custodita con gelosa tenerezza da voci e fantasmi
di una tua stagione non ancora passata,
come quando d’improvviso
il gelo tardivo
stronca
un primo passo di primavera.
Mario Cianfoni
Foto di Tiziana Nanni