«Sei una bellissima persona, Francesca, non voglio perderti, io non cerco una storia, non sono io, sei tu.»
E inghiotti, muta, mentre succede di nuovo e poi passano giorni, mesi. E ti ritrovi davanti lui e lei, con lei nessun problema, nessuna paura, nessuna scusa. Piano piano, cominci a chiudere una porta dopo l’altra, più i giorni passano e più sei sicura che nessuno sarà più capace di riaprirle, mentre la notte, la regina del silenzio, ti porta le immagini di due corpi nudi, persi l’uno nell’altro, ma non sei mai tu. Tu sei una bellissima persona, tu un po’ li spaventi, tu sei strana, sei come una sorella e i giorni passano, smetti di sentirti donna, di sentiti viva. Tu l’amica, lei l’amante, tu comparsa e lei protagonista e allora tutto quell’amore che vorresti dare e tutto quello che non hai mai avuto si rifugiano là, in quel luogo che conosci solo tu, il ripostiglio del mondo, là dove anche il vento va a morire. Nel silenzio. Sono dovuta arrivare a quarant’anni per comprendere il senso del silenzio quando mi sono accorta che tutte le cose più importanti della mia vita si sono rotte senza far rumore.
Francesca Amato
Foto di Fabio Menghinasso