“La creatività non mi manca. All’interno di questa officina c’è una logica antica quanto me che forse un giorno ti rivelerò, figlio. Mi piacciono gli spazi vuoti, sarà il tempo a dare loro pienezza e nuova materia. Puoi imparare dallo studio o dall’esperienza, ma dovrai maneggiare con cura, con rispetto soprattutto, ogni mio artefatto. Vedi là, c’è una lente, prendila. Sono i dettagli i veri rompicapo degli artigiani. La combinazione degli elementi, la loro dimensione, la distanza tra gli uni e gli altri; i colori, i loro accostamenti. Forse darai loro un significato diverso dal mio, forse non prenderai le distanze dall’origine, ma non dimenticarti dei colori: il verde del quadrifoglio, il marrone della terra, il blu delle acque dei mari. Hai provato a vedere il colore dell’acqua del mare in un contenitore? Esatto non è blu, ma capirai anche questo, figliolo. Hai riposto la lente nel punto sbagliato. Non bisogna trascurare la disposizione degli oggetti, in ogni luogo, in ogni progetto, essi sanno rivelare il modo di operare del costruttore, il suo genio o la sua negligenza. Qui non sono ammesse distrazioni, né errori, a maggior ragione sulle forme. Smussa la durezza degli angoli se puoi, cerca di dar vita ad una creazione dalla figura gentile che possa essere accomodante, che possa essere parte di un tutto, in linea all’interno di un sistema. La forma perfetta non può che essere una sfera armonica. La parte più dura, invece, consiste nel trasformare una vaga idea illuminata nella concretezza del suo esistere ed esaltare l’unicità del suo valore. Non puoi rientrare nella media, nel grigiore della via di mezzo. Per questo suddividi con cura i tempi di progettazione, di costruzione, includendo la possibilità di eventuali imprevisti. Ma non spaventarti, figliolo, per ogni grande progetto basta più o meno una settimana”.
L’Artigiano
