Lo Zero come punto di partenza e/o principio di una svolta. Il 2016 può diventare questo: l’anno zero. Ma di cosa? Dei diritti. Dopo anni, finalmente, tematiche come le unioni civili, l’eutanasia e lo ius soli possono diventare legge. Dunque, anno zero come svolta, come definitiva transizione dalle parole e dalle piazze, ai fatti e al legislatore. Ma lo zero non è solo questo, bensì è anche indice del valore reale che molte persone hanno oggi davanti alla legge. In Italia tanti zero sono invisibili: le coppie delle stesso sesso, che desidererebbero costituire una famiglia con i medesimi diritti già riconosciuti agli eterosessuali; le persone che vorrebbero scegliere della propria vita, se continuare a vivere su un letto grazie ad un respiratore artificiale oppure porre fine alle proprie sofferenze; coloro che vorrebbero essere cittadini italiani ma sono costretti ad affrontare un difficile percorso legislativo, perché non figli di almeno 1 genitore italiano (ius sanguinis). Insomma, l’anno 0 per non far sentire più uno 0 tante persone. Ad oggi, è un’Italia dal codice binario: 0 (chi diritti non ne ha) e 1 (chi diritti ne ha), ma forse ancora per poco.
di Angelo Cioeta