Il raggio di luce filtra dalla serranda sbilenca come ogni mattina e, come ogni mattina, i palmi si distendono sul viso, ancora intorbidito dalle pieghe del cuscino. Le dita scivolano esitando tra i nodi dei capelli, in un istintuale tentativo di darsi una sistemata, prima di appoggiare le mani sul letto sfatto e sollevarsi.
Sinistra gratta il mozzico di zanzara sulla coscia e le dita di Destra stropicciano gli occhi nell’attesa che il caffè borbotti.
Toccare il piano di marmo del bancone della cucina è come accarezzare un iceberg, senza il timore che si sgretoli.
Cercano nell’armadio i vestiti per il grande giorno. A luce spenta scrutano la seta, afferrano il cotone, danzano morbide tra le curve del raso. Le calde sensazioni dei tessuti spariscono sotto l’acqua, nelle bolle di sapone, di una doccia abbondante.
Frettolosamente i vestiti, freddi come il ferro della gruccia, trovano posto sul corpo ancora profumato.
Il corrimano è appena stato lavato, le macchioline di acqua che evaporano si sentono sotto le unghie, stimolando la voglia di fermarsi e grattare, con un accanimento crescente che non troverebbe pace neanche sentendo sanguinare le dita. Non è questo il momento.
Il bip della macchina, la maniglia in plastica.
Sinistra accarezza il vetro freddo con il dorso, Destra si alterna tra volante e cambio.
Arrivate.
Ora Destra tamburella nervosamente sul volante sbiadito dai raggi ostinati del sole, Sinistra, in un vago attacco di vanità, mostra il bianco delle sue unghie, effimero effetto di una manicure artigianale della sera precedente.
Si apre la porta.
Sinistra abbassa il finestrino elettrico, Destra fruga nel cruscotto e la afferra.
È fredda e pesante, troppo per un braccio così esile, troppo poco per una mano così decisa.
Sinistra aiuta a prendere la mira.
Un colpo sordo.
Sul viale in terra battuta resta una ferita in pieno petto e due palmi rivolti al cielo, arresi definitivamente.
Sinistra e Destra restano immobili per un momento. Sciolgono lentamente la presa. Non sentono più alcun peso, alcuna sensazione. È quella frazione di secondo in cui si è consapevoli di essere sospesi tra il prima e il poi, interrotta da un respiro a pieni polmoni.
Le dita di Sinistra giocano distratte con la sigaretta prima di portarla alla bocca, Destra avverte finalmente la fastidiosa zigrinatura della rotella dell’accendino. Ora possiamo ricominciare.
Maria Michaela Pani
Illustrazione di Giovanni Frasconi