Muoio di un amore che solo verso te posso, Apollo. Ho deciso di rimanere seduta ed immobile in questo campo desolato la cui terra, bagnata dalle mie lacrime, inizia prima a mischiarsi e poi unirsi ai miei piedi che diventan radici, fino coinvolgere tutta me stessa. Sono ferma, solo gli occhi rigorosamente rivolti verso il cielo hanno il permesso di spostarsi per seguire i tuoi movimenti, il tuo lavoro, l’alternanza della luce e del buio degli ultimi giorni miei. Il mio errore non fu la vendetta, ma il pensiero che potessi essere l’unica per te. Un’altra donna si è intromessa in un terreno non suo. Ed ora proprio in quel terreno è sepolta la tua amante. Tornano le lacrime, il loro sale che brucia mi consuma; torna il tuo carro e il mio dolore. Il ventre che stringevi a te diviene stelo, le mie braccia foglie, i miei capelli petali dorati e la testa mi gira, gira senza sosta. Ma i miei occhi rimangono rivolti al cielo, rivolti a te Apollo a cui il destino, in questa nuova forma, mi ha legata per sempre.
Carlotta Coluzzi
Foto: Katia Locoselli