La tua mano

Matteo Peroni IseoLongExposure, Locomotiv

Con quale mano mi accarezzi? 

La stessa con cui bevi di me, per saziare la fatica che fai. 

Implodi, implodo. 

È un esplodere ed esplorarsi, sordo e confuso ma distinto nel silenzio che si genera onda dopo onda. 

Affogare è un gesto complesso. 

Fai giocare tutti i tuoi muscoli per renderlo più semplice. 

Affogare in un altro corpo, vestirne i diavoli e i demoni, che alla fine non sono per nulla la stessa cosa, è cosa umida, che priva l’aria. 

Non hanno stessa sostanza, né stessa distanza i nostri mali. 

Trovami una simmetria. 

La quota giusta per scegliere dove fermare, quando continuare a tornarti e tornare, anche senza nuotare, dimenticando come si agitano le braccia. 

E nuotarti diventerà facile, anche nel tuo mare in tempesta, con le tue onde mai misurate, il muro d’acqua che sei e che semplifica la lettura delle cose. 

Anche io sono acqua. 

Chimica della materia e base della nostra evoluzione. 

Si bagneranno i nostri vestiti e saremo riconoscibili. 

Come il fuoco d’inverno. 

Come fuoco nell’acqua, quella che siamo e siamo sempre stati. Percentuale alta dell’essere, che nasconde il vero essere umano. 

Nessuno è mai torbido e morbido allo stesso tempo. 

Adesso affonda quella mano. 

Quella con cui mi accarezzi. 

Hai deciso quale?

È inutile cercarci un margine, questo corpo ora non ha limiti. 

Dovrai solo fidarti del rumore che fa e scendere ancora, per implodere e tornare concentrici, è quella la forma accettata dall’acqua di cui siamo fatti. 

Vedrai che non siamo così diversi e sentirai che siamo la stessa acqua, quella di cui si bagna la tua mano. 

 

Massimiliano Gasbarra

Foto di Matteo Peroni

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