3416

Non sembrava davvero possibile che l’orizzonte fosse scomparso, sparito, volatilizzato. Eppure a guardare laggiù, dove il cielo mette fine al suo infinito e scorre sul mare in una linea perfetta, niente era cambiato. Ed anche lo skyline della città era rimasto al suo posto disegnando quella riga smozzicata e aspra che sembrava opporre la perfezione del cielo alla stupefacente brutalità dell’ingegno umano. Eppure quei diversi paesaggi non erano più l’orizzonte. Lo aveva compreso quasi subito affacciandosi alle due piccole finestre che gli permettevano di osservare entrambe le scene, e con una maligna fortuna lo mettevano di fronte a due panorami che qualcuno avrebbe potuto definire esaltanti. Quello che vedeva non era l’orizzonte! Era qualcosa che somigliava in modo impressionante al tavolo, alla sedia, alla tazza del cesso, alle sbarre, alla porta con lo spioncino. Tutte cose, oggetti, materiali, strumenti che non avevano niente altro da suggerire oltre alla loro forma, colore, uso.

Chiese alla guardia se poteva avere un pennarello blu e un rotolo di nastro adesivo. Richiesta scritta, fu la risposta e richiesta scritta fece. Dopo un mese arrivò il pennarello e il nastro, di carta ovviamente. Il 3416 si dispose all’azione: innanzitutto spolverò con cura la parete grigia di fronte al suo letto, misurò con la sedia e segnò tre puntini sul muro determinando un piano, poi con altrettanta cura attaccò una striscia di nastro perfettamente orizzontale ai segni e lunga come tutta la parete. Per essere certo di non avere noie con le rigide regole del luogo, fissò altre due strisce di nastro, una al di sopra e l’altra al di sotto della prima. Aveva tempo e lo usò senza risparmio. Iniziò a colorare la striscia centrale e se qualche volta il colore usciva dal bordo restava impresso solo sul nastro di emergenza lasciando il muro immacolato. In capo a due giorni una perfettissima linea blu oltremare prese vita sulla monotonia soffocante del grigio e 3416, sdraiato sul letto, percepì un lampo doloroso di nostalgia, socchiuse gli occhi e si dispose a guardare. Oltre quel segno, al di là della parete, oltre tutte le altre pareti del braccio C, superando il muro di cinta, le garitte di guardia e la doppia barriera di rete metallica, 3416 vide finalmente la linea curva della spiaggia e le impronte impalpabili di quella donna che camminava lungo il bagnasciuga con un passo così leggero da rendere la passeggiata molto più simile a una danza.

 

Claudio Leoni

Foto di Mario Battaglia

Lascia un commento

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: