La sua fiamma

Preferisci con la musica o senza?
Io mi lascio bruciare lo stesso.
Penso a cosa resterà dopo di noi.
La sua fiamma, del peccato o come si pensi, mi fissa fin dentro

le viscere, è l’andata e ritorno nell’intera digestione della situazione. Sapone negli occhi che dilata il momento e l’intero quadro visivo. Odio il bagliore, quello che affonda le mani dentro la luce e la

spalma forte contro le cornee come volesse ritinteggiare il cervello.
Ma la sua faccia, morbida e piena, si inchioda al nervo ottico. Come cenere sulla retina, coni e bastoncelli non riescono più a

percepire segnali, luci, fotoni o cosa normalmente li renda operativi, la rivoluzione del colore.

C’è un momento per andare e uno per restare e il mio unico neurone dedicato alla faccenda ha scelto di restare.

Quella sua fiamma inizia a spargere potere e prende possesso dello spazio che ci circonda, inusuale eleganza del gesto artistico che scalda oltre il dovuto la carne stretta nella pelle, pelle contro pelle.

Stai sudando?

Lo chiede con voce sussurrata e tranquilla da concedermi altra confusione, il reale altare del fumo, la nebbia che si concede alla lama dello sguardo.

Solo dieci centimetri si frappongono tra cranio e cranio e le orecchie ormai in ebollizione si mostrano interessate a quella musica che coccola il tutto, fiamma compresa.

Quello che era il mio essere figo e capace, il mio compito, l’aver scelto la musica con cui prendere fuoco o almeno tentare insieme sembra adesso avere conferme.

Con la sua fiamma, dentro, fuori e intorno mi tiene sereno e abbassa i battiti nel petto. Colpa dell’ossigeno che povero, viene assassinato bolla dopo bolla, lentamente.

La trasformazione della materia amore in qualcosa di unico e immortale, in grado di tornare vivo e soffocante di nuovo, di volta in volta, la sua fiamma torna ad avvolgerci.

Il fuoco migliore.
Tutto brucia e brucia forte, musica compresa.
Fiamma si contorce dentro i polmoni.
La cenere, che d’obbligo, dopo la combustione arriverà, alla fine

non sarà nulla di brutto, ma solo il segnale che tutto sta per ricominciare.

Massimiliano Gasbarra

Foto di Valeria Dellisanti

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